Amministrazione, Finanza e Controllo: analisi dei numeri, la comprensione dei fenomeni aziendali, la capacità di pianificare e di fare previsioni per gli scenari futuri o alternativi. E semplificare i messaggi da far arrivare a tutta l’azienda. Parliamo degli aspetti della professione con il responsabile Amministrazione, Finanza e Controllo Marco Zanni.
L’immaginazione è più importante della conoscenza, diceva Albert Einstein. Quanto spazio ha l’immaginazione nel suo mestiere?
Il nostro è un mestiere che poggia su basi tecniche e generalmente viene visto come un lavoro un po’ noioso e poco creativo. In realtà, per fortuna, non è così. Il nostro lavoro, oltre agli aspetti tecnici che restano importanti, richiede una profonda conoscenza dell’azienda, del business e delle connessioni tra le varie funzioni e sempre di più il nostro ruolo muove verso quello di business partner. In questo contesto l’immaginazione favorisce lo sviluppo di nuove idee ed aiuta a trovare nuove soluzioni a supporto dell’Azienda. Ancora di più l’immaginazione aiuta a migliorare i rapporti tra le persone, ci porta ad analizzare uno stesso problema da diversi angoli entrando in empatia con il punto di vista degli altri. Tutte queste caratteristiche se sviluppate nel modo corretto diventano un fattore di successo per chi fa il nostro lavoro. Detto questo non bisogna però dimenticare che, tra i principali obiettivi della famiglia professionale AFC, vi è quello di garantire la correttezza e la trasparenza delle informazioni. Se, quindi, da un lato ben venga la creatività, l’immaginazione e l’empatia per trovare nuove soluzioni, dall’altro anche grande attenzione al rispetto delle regole e dei processi. Buona parte del successo del nostro ruolo è legata al saper trovare il giusto bilanciamento tra questi aspetti: la creatività e l’immaginazione al servizio del Business e la conoscenza e le competenze a supporto di decisioni a volte scomode e poco divertenti ma pur sempre necessarie
Jeremy Hope, uno dei maggiori leader al mondo nell’ambito della gestione delle performance, e autore del bestseller “Reinventing the CFO”, è un semplificatore: il suo modello propone alle aziende di concentrarsi sui numeri solo quando essi sono realmente utili, distanti dalla paranoia del dettaglio.
Qual è il suo approccio?
La parte più divertente da raccontare del nostro mestiere è l’analisi dei numeri, la comprensione dei fenomeni aziendali, la capacità di pianificare e di fare previsioni per gli scenari futuri o alternativi. Tutte queste attività richiedono la capacità di guardare ai numeri con gli occhi di chi conosce il business e la realtà aziendale e non di chi vive la paranoia del dettaglio. Aggiungo però che concentrarsi sulla parte alta è un lusso ed un divertimento che si possono concedere solo quelli che hanno delle fondamenta molto solide. Guardare solo ai numeri utili è sicuramente tutto quello che serve ma solo dopo aver garantito che tutti gli altri numeri sotto, quelli che non tutti hanno voglia di guardare, sono stati costruiti con il giusto livello di dettaglio, di analisi e di competenza. Se manca la base, quello che si vede sopra non è attendibile ed un numero non attendibile porta a prendere decisioni sbagliate. Altro concetto molto importante è quello della semplificazione. Nel fare il nostro lavoro corriamo spesso il rischio di essere poco comprensibili per i nostri colleghi in azienda. Parliamo di principi contabili, di grandezze finanziarie e di classificazione dei dati in maniera di non facile interpretazione per tutti e questo può portare ad una certa distanza tra quello che facciamo e l’utilità che il resto dell’azienda percepisce. Il nostro obiettivo è invece quello di rendere molto semplici e comprensibili i messaggi che portiamo al resto dell’azienda. Dobbiamo essere capaci di arrivare alla sintesi e spiegare il risultato in maniera tale che sia facile da leggere e da interpretare anche per chi si occupa di altro, se non riusciamo in questo vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa. Ancora una volta si tratta di bilanciare diversi aspetti del nostro lavoro, dobbiamo veicolare messaggi semplici e di facile interpretazione anche se le analisi che portano alla sintesi sono complesse.
Come è cambiato il ruolo del CFO in questi anni e quali competenze sono necessarie per il CFO del domani?
A mio avviso uno dei compiti più importanti per la nostra famiglia professionale è quello di fornire in maniera corretta, trasparente, facilmente interpretabile e nei tempi opportuni, tutte le informazioni economico e finanziarie a supporto delle decisioni aziendali. Noi abbiamo il compito di raccontare dove sta andando l’azienda, dove prevediamo che vada nel futuro e quali azioni riteniamo necessarie per aggiustare la rotta se necessario. Siamo il navigatore che dice a quale velocità stiamo andando e soprattutto quale curva arriverà subito dopo e dopo ancora. Abbiamo inoltre il compito di promuovere e supportare il cambiamento, di fare il giusto livello di “challenge” quando riteniamo che soluzioni diverse da quelle consolidate possano portare a modelli di business più efficaci. E tutto questo lo dobbiamo fare garantendo il rispetto dei processi, delle regole e avendo la forza di dire no quando riteniamo di aver tutti gli elementi per poterlo e doverlo dire. Da questo punto di vista il nostro ruolo non cambia e non credo cambierà in futuro. Cambiano però le esigenze del Business, cambiano gli strumenti ed è quindi fondamentale essere più rapidi, più sintetici, incrementare le nostre capacità di analisi, saper trovare le giuste soluzioni per supportare il business ed aiutare l’azienda a centrare i propri obiettivi. Avremo un forte impatto dai processi di automazione e dalla digitalizzazione e alcune attività saranno superate. Vedo in questo una opportunità: spenderemo meno tempo nella preparazione dei dettagli ed avremo più tempo per l’interpretazione e l’analisi dei fenomeni che generano il numero. Aggiungo a tutto questo un tema fondamentale ed ormai di grande attualità, avremo il compito di supportare e verificare il processo che porta al raggiungimento degli obiettivi di Sostenibilità. Il nostro lavoro non riguarderà più solamente la valutazione delle grandezze economico finanziarie ma anche l’analisi degli indicatori e delle azioni, e del relativo livello di implementazione, necessarie per garantire la giusta transazione verso un’azienda più sostenibile.
Un messaggio da condividere.
Ogni giorno al lavoro può essere un’occasione per migliorare quello che facciamo, per portare valore al nostro team, per imparare qualcosa di nuovo e per contribuire alla crescita della nostra azienda. Non so se può essere utile anche per altri colleghi, ma a me piace fare un rapido bilancio alla fine di ogni giornata perché sono convinto che i grandi risultati che vogliamo raggiungere sono la somma di tante piccole azioni, del nostro impegno, della nostra capacità di collaborare ed interagire ogni singolo giorno.