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Georgia Esposito: “Imparare a conoscere l’azienda attraverso le persone che la vivono”

Responsabile Selezione, Sviluppo e Compensation


Una vita professionale sviluppata nelle risorse umane: che cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Mi ci sono ritrovata un po’ per caso, dopo la laurea, a caccia di opportunità come tutti i giovani, ormai 23 anni fa. Mi affascinava ciò che c’era scritto sull’annuncio che avevo letto: cercavano una figura junior per “un lavoro che consente di imparare a conoscere l’azienda attraverso le persone che la vivono”. Non sapevo quale fosse la differenza tra i vari “mestieri HR”, avevo solo informazioni apprese durante qualche esame fatto all’università, ma è da lì che è cominciata la mia avventura nelle Risorse Umane. Questo lavoro mi ha entusiasmato da subito, volevo acquisire le giuste competenze per svolgerlo e conoscere quelle attività di cui avevo solo sentito parlare. Gli anni sono passati, tra cambiamenti e molte nuove sfide e oggi sono in un grande Gruppo. Nel tempo ho avuto modo di sperimentarmi e di crescere in diverse realtà e in differenti ruoli: dalla Gestione alla Selezione passando per la Formazione e lo Sviluppo delle Risorse Umane. 
Ho visto crescere e sono cresciuta professionalmente in quella che oggi è Leonardo Global Solutions, sentendomi parte di un contesto inclusivo sempre pronto ad affrontare nuove sfide professionali, mettendo in campo competenze di alto livello, per rispondere prontamente a quanto viene richiesto.
Essere un HR è appassionante, è un mestiere decisamente dinamico e in continua evoluzione. A mio parere, la più grande soddisfazione per chi lavora in questo settore è riuscire a coniugare le esigenze dell’azienda con le aspettative di chi fa l’azienda ogni giorno, attraverso il proprio lavoro. Sicuramente un obiettivo sfidante, e non sempre raggiungibile, ma la sfida più grande è non smettere di crederci.
 

 

Come descriveresti il mondo degli HR?

Un mondo affascinante che ha dovuto fare i conti con le nuove abitudini lavorative e con i cambiamenti degli ultimi anni. Un mondo che ha dovuto reinventarsi velocemente e che non può permettersi di fermarsi alla luce delle nuove sfide del mercato del lavoro.
Gestire le persone richiede non solo competenze tecniche specifiche, ma anche le cosiddette “soft skills” imprescindibili per tutte le figure professionali HR. Le Risorse Umane sono, o dovrebbero essere, la costante della vita professionale di ogni dipendente: dal processo di selezione, alla gestione del rapporto di lavoro con l’azienda, dalle necessità formative e percorsi di crescita, ai career planning e alla valutazione dei risultati raggiunti, dalle criticità da gestire agli aspetti retributivi e così via fino all’ultimo giorno di lavoro. Gli HR sono i buoni e i cattivi, amati e criticati, ma presenti sempre nel bene e nel male.
In conclusione, non credo ci si possa improvvisare HR, almeno non nel lungo periodo. Si può imparare a fare ciò che è necessario per il proprio ruolo, ma bisogna crederci per costruire un percorso lavorativo in questo ambito. Lavorare nelle risorse umane significa lavorare con le persone e per le persone, implica una buona dose di consapevolezza e il credere di poter fare la differenza. Quindi un giusto mix tra passione e competenze, innovazione e resilienza, etica e professionalità.

L’esperienza della pandemia ha profondamente cambiato il mondo del lavoro: cosa chiedono e si aspettano le persone, come si è modificata la cultura del lavoro?

Anche per chi, come me, ha avuto il privilegio di avere una continuità lavorativa durante la pandemia, l’impatto è stato comunque fortissimo. Abbiamo dovuto imparare a lavorare in maniera diversa, con nuovi sistemi e dinamiche sconosciute e non eravamo pronti. Ma i cambiamenti, anche se spiazzanti, insegnano sempre qualcosa e nell’imparare c’è sempre del positivo. 
Oggi, indubbiamente, l’approccio al lavoro e le motivazioni che spingono alla ricerca di un primo impiego o al cambiamento sono diverse. Il mercato è popolato da lavoratori più intraprendenti, dagli ottimi curricula e con molta voglia di emergere. È arrivato lo smart working, sono cambiate le abitudini e probabilmente ciò che molti consideravano prioritario fino a poco tempo fa, oggi non lo è più. 
Una nuova sfida per le aziende è gestire la velocità con cui tutto accade. Le politiche di attraction e retention che oggi dobbiamo ridisegnare rapidamente per continuare ad essere in linea con questo cambiamento, non possono più basarsi solo su aspetti economici. I lavoratori oggi cercano un ambiente accogliente, formazione e percorsi di crescita ben definiti e chiari, flessibilità e un corretto work life balance. Sentono di poter scegliere tra tante opportunità e la logica del contratto a tempo indeterminato come elemento fondamentale, perde costantemente di importanza. 
Sta aumentando la propensione delle persone a cambiare lavoro più spesso, emerge una crescente attenzione ai valori delle aziende e alla coerenza con cui le scelte aziendali sono in linea con questi valori. 

Quali consigli a chi lavora o desidera lavorare nelle risorse umane?

Sono diversi i ruoli HR, molti sono difficilmente assimilabili in termini di competenze, ma indubbiamente ci sono delle caratteristiche dalle quali credo che, un HR non possa prescindere.
Problem solving è la parola d’ordine; molti dei problemi, in azienda, prima o poi, arriveranno in uno degli Uffici del Personale.
Un consiglio a chi vuole lavorare nelle risorse umane? Bisogna saper comunicare in modo efficace con le persone, saper ascoltare e saper cogliere, a volte, anche il non detto, imparare a gestire i conflitti cercando di essere propositivi. 
Un buon livello di adattabilità è assolutamente necessario, occorre abituarsi ad un mercato che cambia alla velocità della luce, possedere un approccio innovativo e una propensione alla formazione continua.
Per chi è già nelle Risorse Umane il consiglio è di porsi come facilitatori del cambiamento. Il modo tradizionale di fare il nostro lavoro oggi può essere velocizzato dalle piattaforme digitali o automatizzato da nuovi strumenti come l’intelligenza artificiale. Forse all’inizio può creare delle perplessità, ma bisogna credere che la tecnologia è oggi una delle leve fondamentali per rispondere alle attuali esigenze delle persone e migliorarne la qualità della vita lavorativa.  

Un messaggio da condividere?

Il mondo del lavoro è in continua evoluzione: persone diverse, età diverse, orientamenti diversi che devono perseguire obiettivi comuni. Dovremmo contribuire a creare un ambiente di lavoro nuovo, che tragga spunto da metodologie consolidate, ma si orienti al cambiamento e all’innovazione.