8 marzo: non è un mestiere per donne

08 marzo 2024

Hanno scelto un percorso di studi universitari in ambito STEM, spinte dall’amore per la scienza e per la tecnologia, lavorano nei cantieri, su progetti edili, si occupano di manutenzioni, impianti e fabbricati.
Sono organizzate, tese a cercare soluzioni nel momento in cui si delineano problemi e determinate non solo perché amano ciò che fanno, ma anche nell’affrontare le difficoltà incontrate nel loro percorso.
Alcune sono alla loro prima esperienza lavorativa, per altre l’ingresso in Leonardo Global Solutions rappresenta una evoluzione della propria carriera, desiderano poter crescere in ciò che fanno, e si interrogano sul proprio futuro, sugli stereotipi ancora da abbattere. Vogliono poter scegliere senza subire discriminazioni, essere valutate per le loro capacità e per la propria professionalità e riuscire a conciliare l’essere donne che lavorano e una famiglia senza rinunciare all’uno o all’altra.
Deborah, Elena, Stefania, Lidia, fanno parte di quel 25% di donne STEM presenti in LGS, svolgono lavori che, nell’immaginario collettivo, sono ancora considerati non un mestiere per donne.

 

Deborah Di Pilato, 29 anni
Construction Management Basi Militari Sud e Cantieri Esteri

 
 


Dopo la laurea triennale al Politecnico di Bari, la mia voglia ampliare gli orizzonti mi ha portata prima a trasferirmi al Politecnico di Torino, per la laurea magistrale, e successivamente in Scozia, alla Strathclyde University, per un tirocinio curriculare. Un percorso che mi ha insegnato ad approcciare i problemi in maniera proattiva e mai distruttiva e che il duro lavoro e il gioco di squadra possono portare lontani: un’attitudine che si sviluppa col tempo e che va oltre il mero nozionismo, che poi dovrebbe essere il lascito principale di ogni università. Dopo la laurea ho ricoperto diversi ruoli: mi sono occupata di analisi di vulnerabilità sismica, poi sono diventata prima assistente lavori sulla linea alta velocità/alta capacità Napoli-Bari e, dopo, assistente al Project Manager. Questi anni mi hanno regalato un’esperienza a cui sono molto legata, la rottura del primo diaframma in galleria, un momento magico per i galleristi, quello in cui in cui due diversi fronti di scavo si incontrano e mesi e mesi di duro lavoro si concretizzano. Attualmente ricopro il ruolo di Project Manager in Leonardo Global Solutions, per la realizzazione di progetti infrastrutturali e cantieri per il volo ricadenti nell’area sud ed esteri; una mansione trasversale che permette di affrontare il progetto sia dal punto di vista tecnico-progettuale, sia da quello economico-contrattuale. È essenziale avere buone capacità di pianificazione e previsione ma soprattutto ottime doti comunicative, pazienza, adattabilità e pensiero critico, indispensabili per comprendere le esigenze dell’interlocutore e cercare di mediarle con le nostre per raggiungere obiettivo.

Quella volta che non ti sei fermata davanti a un “non lo puoi fare perché sei una donna”?

Da piccola sognavo di lavorare con mio papà, operaio edile e costruire palazzi insieme a lui. Mi racconta sempre di quando a tre anni gli chiedevo di andare in cantiere per reggere il martello o per passagli i chiodi. Quando ho iniziato a lavorare ho dovuto affrontare ogni tipo di stereotipo e pregiudizio, in particolare ricordo un capocantiere che, durante la prima settimana di lavoro, mi chiese come mai non avessi scelto di intraprendere la carriera da insegnante, così come aveva preferito fare sua figlia. Sin da subito mi è stato chiaro che, per la maggior parte delle persone che avrei incontrato sul mio percorso professionale, non sarei stata adatta né tantomeno all’altezza. Durante una rimpatriata del liceo, pochi giorni dopo il mio ingresso nel Gruppo Leonardo, una mia ex compagna di classe ci tenne a dirmi che il cantiere non è “roba per ragazze”, e soprattutto quelli in contesti militari, di come fossi sempre stata “un maschiaccio” a scuola, che avrei dovuto mettere la “testa a posto”. Poche, semplici frasi sono riuscite a trasformare quelli che per me erano motivi di orgoglio, in atteggiamenti sbagliati per una ragazza. Fortunatamente i miei genitori mi hanno insegnato che esistono passione, impegno e determinazione e così, armata di sorriso e umiltà ho cercato sempre di dare il massimo e apprendere quanto più possibile da tutti i colleghi, cercando di superare i pregiudizi sull’essere una ragazza, dimostrando il mio valore coi fatti.  Non esistono lavori che le donne non possono fare, possiamo essere ciò che desideriamo.

 

Elena Leonelli, 33 anni
Cluster Industriale Nord Est

 
 

​​​​​Ho frequentato il corso di laurea magistrale in Architettura presso l’Università degli Studi di Ferrara, che mi ha regalato sicuramente un buon metodo progettuale, applicabile a tanti altri ambiti della vita, come la capacità di scomporre temi complessi in problematiche elementari così da procedere più speditamente verso una soluzione. Una delle esperienze più significative dei miei anni universitari, è stata sicuramente la possibilità di lavorare su alcuni degli edifici colpiti dal sisma in Emilia: un’esperienza che mi ha messo alla prova, fuori dall’aula, e mi ha permesso di confrontarmi con aspetti concreti delle materie affrontate durante il corso di studi.
L’ingresso in Leonardo Global Solutions ha coinciso con l’occasione di ricoprire il ruolo professionale che ricercavo e di sviluppare le competenze che volevo approfondire. Oggi, infatti, mi occupo della gestione delle manutenzioni degli impianti e dei fabbricati del sito di Ronchi dei Legionari, collaborando quotidianamente con i colleghi che si occupano di investimenti e servizi alle persone. Sicuramente, l’aspetto più interessante della mia professione è proprio il confronto continuo con colleghi, fornitori e clienti, perché la gestione di queste differenti figure, all’interno dell’operatività dei siti, porta a dover assumere continuamente punti di vista diversi e ad accrescere, giorno per giorno, conoscenze ed esperienze.

Cosa significa per te la giornata internazionale della donna?

Un momento di riflessione per celebrare le conquiste raggiunte e ricordare quanto ancora c’è da fare per combattere discriminazioni e violenze di cui, ancora oggi, le donne sono vittime nel mondo. Mi ritengo una persona privilegiata poiché non mi sono mai sentita ostacolata per il fatto di essere donna, ma non mi sento immune alle preoccupazioni per il futuro. Nell’ottica della creazione di una famiglia, ritengo siano molto carenti gli strumenti dati dalla nostra società per conciliare carriera e maternità. La cura dei figli ricade ancora quasi totalmente sulla figura femminile e siamo lontani dall’accettazione sociale di un ruolo più attivo da parte del padre e dalla creazione di una rete di servizi che sostengano davvero la genitorialità. Alla prossima generazione di professioniste consiglierei di non farsi influenzare da giudizi e aspettative esterne, ma di lavorare con l’obiettivo dell’ottenimento del proprio benessere e della propria soddisfazione.

 

Stefania Rosani, 36 anni
Civil Infrastructures PMO

 
 

Ho sempre avuto la propensione per le materie scientifiche e, così, mi sono diplomata al liceo scientifico, indirizzo informatico, e laureata poi in Ingegneria, indirizzo edile-architettura. Quello universitario è stato un percorso che mi ha permesso di creare forti legami coi miei compagni e costruire la metodologia con cui oggi lavoro, organizzata e finalizzata a cercare soluzioni ai problemi e alla gestione razionale dei momenti di maggior carico lavorativo. Dopo la laurea ho iniziato subito a lavorare in studi di architettura e urbanistica, per poi interessarmi all’ambito Real Estate nel ruolo di Facility Manager, una svolta professionale che ha segnato il mio percorso dalla libera professione al monitoraggio di processi e commesse. Oggi pianifico, coordino e monitoro progetti di investimento, estrapolo dati ed elaboro reportistica all’interno del team del Project Management Office di Leonardo Global Solutions, con un’attenzione anche ai progetti Construction, dove ho l’opportunità di contribuire, in maniera stimolante, a costruire processi ancora non consolidati.

A quali cambiamenti auspichi oggi affinché in futuro si possa finalmente parlare di parità di genere sul lavoro?

Non abbiamo raggiunto ancora un’uguaglianza di genere e credo sia giusto e doveroso, nel rispetto dell’energie e dei sacrifici costati a chi ci ha preceduto, impegnarci per nuovi e importanti cambiamenti, senza abituarci alla condizione attuale. Nel mio percorso professionale, al primo colloquio durante una selezione per uno studio di ingegneria civile, mi è stato fatto notare che se fossi stata selezionata mi sarei trovata a fare sopralluoghi anche in posti poco confortevoli. Nonostante il mio interesse a proseguire l’iter, sono stata scartata, alla fine, in quanto non ritenevano il lavoro consono a una donna. Per molto tempo mi sono sentita scoraggiata dalla motivazione avanzata. Auspico, dunque, che in futuro le condizioni sul lavoro siano le stesse per tutti, senza distinzione di genere o difficoltà legate al conciliare la vita familiare con quella professionale e che, soprattutto, si smetta di preoccuparsi, nel momento in cui si decide di assumere una donna, che questa possa andare incontro a un periodo di maternità. Gestire momenti di stress, così come organizzare le attività fuori e dentro l’ambito lavorativo, in maniera ottimale, dovrebbe essere visto necessariamente come un valore aggiunto e non come un problema.

 

Lidia Cristofaro, 27 anni
Acquisti per Basi Militari

 
 

Mi sono laureata in Ingegneria Gestionale, ramo Supply Chain Management, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Sono stati anni bellissimi, tante esperienze che ricordo col sorriso, una fra tutte la visita all’interporto campano, hub strategico per il trasporto merci a livello internazionale, che mi ha dato la possibilità di vedere da vicino ciò che stavo studiando, assistendo a operazioni di movimentazione dei container. Durante gli ultimi mesi universitari sono stata chiamata da Leonardo Global Solutions, dove seguo l’intero processo di acquisto per i servizi di Facility Management legati al mantenimento in efficienza di fabbricati e impianti situati in basi militari, a progetti di ampliamento/modifica di building esistenti alla realizzazione di nuovi, come l’International Flight Training School di Decimomannu, il centro di addestramento che accoglie piloti da tutto il mondo.

Che cosa sognavi da bambina e cosa le diresti oggi?

Ho sognato di diventare un’archeologa, poi una botanica, poi una cantante…tra creatività e scienza, ha prevalso la passione per quest’ultima. Una persona che mi ha molto ispirato umanamente e professionalmente è sicuramente il mio professore di matematica del liceo, che trasmetteva sincera fiducia nel potenziale delle ragazze nell'ambito delle scienze e della matematica e si impegnava attivamente a dissipare stereotipi di genere e a promuovere una mentalità aperta e progressista. Basti pensare come, ancora oggi, in alcuni dipartimenti universitari di Ingegneria, sia diffusa l’idea che le donne siano intellettualmente inferiori ai colleghi uomini: è importante riconoscere gli stereotipi e abbatterli. Questo richiede un impegno collettivo, necessario e creare un ambiente in cui le donne possano essere valutate in base alle loro capacità e al loro merito.
Non mi sono mai lasciata intimorire dai limiti imposti dal pensiero comune e alla piccola Lidia, così come alle generazioni future, direi di seguire sempre le proprie passioni, di non avere paura di affrontare le sfide ma di coltivare curiosità e sogni, perché il potenziale dentro di sé è illimitato. E dalle vite di Katherine Goble, Ada Lovelace o Marie Curie, per citarne solo alcune, traiamo esempio per ricordare che non ci sono ruoli o professioni adatte agli uomini o alle donne, ciò che conta è essere capaci, al di là del genere.